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Orecchie d'asino

«Maria Montessori era una bambina tarda come intelligenza. Iniziò la sua vita quasi come una bambina anormale. Si direbbe che il destino avesse stabilito di farla passare attraverso tutte le diverse esperienze, dalle più basse alle più elevate. A quei tempi nelle scuole si richiedevano soprattutto disciplina passiva, ipocrita, obbedienza forzata, ed a scuola questa strana bambina veniva costretta a portare orecchie d'asino di carta, in modo che i bambini buoni vedessero quale destino era riservato a quelli cattivi. A dire il vero nei giardini d'infanzia di quei tempi c'era già traccia degli orrori di Belsen. Ma la Provvidenza aveva dotato Maria Montessori sin dai suoi primi anni di ottimismo e serenità ed ella riteneva che gli altri bambini la dovessero invidiare perché, camuffata in quel modo, era così buffa, e perché essi erano esclusi dal privilegio di mettersi le orecchie d'asino, così divertenti ... Nella sua prima pagella Maria Aveva 0 in ogni materia, ma ella, mettendo un uno davanti agli zeri, li fece diventare tutti 10. Quando la madre scoprì la sua trovata e le chiese una spiegazione, Maria si strinse nelle spalle e rispose: “Mamma, sai bene che non valgo niente in matematica, ed è proprio per questo che devo portare le orecchie d'asino”» 

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